Silver Wedding

By Ernesto TRAZZI

 

 

Sono passati 25 anni da quando acquistai la mia prima GoldWing(1100)e da quando partecipai per la prima volta ad un raduno internazionale GoldWing in Provenza e,come spesso capita in occasione delle ricorrenze più importanti,ho aperto l’album dei ricordi di questo quarto di secolo per rivivere momenti,sensazioni,incontri legati indissolubilmente alla GoldWing e alla nascita del GoldWing Club Italia.

Come eravamo

Facendo scorrere le diapositive dei primi anni 80 viene da sorridere osservando come le GoldWing 1000 e 1100 nostrane fossero diverse rispetto a quelle degli stranieri,soprattutto dei tedeschi,le nostre solo con le dotazioni di serie o in certi casi con carenature e borse artigianali o adattate alla meno peggio che definivano un look quantomeno discutibile,le altre superaccessoriate e sfavillanti di luci e cromature,le 1000 con carene e borse Vetter,i sidecar EML e l’assetto ribassato,le autoradio con mangianastri e i primi CB.

Mi vengono in mente anche i commenti e gli sfottò da parte degli altri motociclisti riservati ai possessori del 1100 Interstate,la prima GW con carena,borse e bauletto di serie,tipo:c’è anche il bidet?,oppure:-è vero che come optional c’è la macchina del caffè?- o ancora:-ti sei portato dietro tutta la mobilia?-;spesso poi capitava fermi al semaforo o al distributore di essere avvicinati da qualcuno che a bruciapelo ti chiedeva:-Quanto costa?- e allora per troncare la discussione sul nascere mi ero preparato una rosa di risposte tra cui scegliere quella più adatta in funzione del rompiscatole di turno,ad esempio:-non lo so è un regalo di mia moglie,oppure-per caso lei è un maresciallo della Guardia di Finanza?,o ancora(un po’ cattiva)-costa come 5 Alfasud come la sua.

A quei tempi la vita del possessore di GoldWing non era fatta solo di gioie(i viaggi e i raduni) ma anche di dolori dovuti principalmente all’insufficiente assistenza postvendita offerta dalla Honda,infatti era difficile reperire anche i ricambi  più banali compresi gli pneumatici e molti concessionari non erano preparati a intervenire su una moto così diversa dalle altre;nacquero allora due miti,il primo era il meccanico svizzero(anch’io da Milano andavo a fare i tagliandi a Chiasso),il secondo erano le “cinghie”, per anni argomento di discussione,chi era sicuro che dovessero essere sostituite a 50.000 km,chi a 100.000,chi a 250.000,chi sosteneva che fossero eterne…..(Una decina d’anni dopo le cinghie furono soppiantate da un altro cavallo di battaglia:l’alternatore del 1500.)

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Lo spirito dei fondatori del GWCI

I fondatori del GWCI erano dei motociclisti con una solida esperienza di raduni in Italia e all’estero,rallye FIM,Elefantentreffen,viaggi in USA,capo nord,Europa dell’est,medio oriente,ecc.che insoddisfatti della solita routine dei raduni classici(giretto,moto in piazza,pranzo e coppe per tutti)e della eccessiva burocratizzazione della FMI,videro nella GoldWing un fattore comune di aggregazione tra persone diverse tra di loro per professione,cultura,età e nel calendario dei raduni internazionali della GWEF un’opportunità per fissare delle date e delle mete per i viaggi in Europa.

Con questi presupposti già nel 1984,primo anno di vita del club,la presenza del GWCI fu significativa ai GW treffen in Francia(Camargue),Austria(Bodensee)e Inghilterra(Malvern);in Italia si organizzarono i primi raduni nazionali,alcuni con la formula del poker run(di origine GWRRA),con lo scopo di incrementare il numero dei soci e per condividere con altri appassionati lo spirito originario e il primo treffen italiano al Lido di Jesolo.

Emilio Scotto

L’argentino Emilio Scotto,il più grande viaggiatore in moto di tutti i tempi,”king of the road”,nel 1985 cominciò la sua incredibile avventura in sella a una GoldWing 1100(black princess)che lo portò nell’arco di circa 10 anni a compiere 2 volte il giro del mondo(una volta in senso orario e una in senso antiorario) percorrendo circa 780.000 km e attraversando 232 paesi,è il mito assoluto e irraggiungibile e i suoi resoconti di viaggio fecero ricredere molti di coloro che consideravano i possessori di GoldWing dei motociclisti da salotto o da raduno di paese.Negli anni successivi alcuni soci del GWCI effettuarono dei viaggi importanti al di fuori dagli itinerari classici e originati dal desiderio di raggiungere mete sempre più insolite e per questo ulteriormente stimolanti,come Enrico Gamba & family in Giappone attraversando la Siberia,il sottoscritto & friends in Iran,Italo Barazzutti in Siberia e sulla via della Seta, ecc.

Leopold

Il grande Giorgio Bettinelli,autore del giro del mondo in Vespa percorrendo 254.000 km,nel suo terzo libro –Rhapsody in black- racconta che,risalendo la costa orientale dell’Africa diretto verso lo Yemen,a Lilongwe in Malawi incontrò Leopold,un belga in viaggio su una GoldWing,e per la prima e unica volta in tanti anni di “on the road”estremo,quando sempre,secondo una regola non scritta  ma consolidata,dall’incontro tra due motociclisti giramondo si stabilisce un rapporto immediato di cordialità,cameratismo e solidarietà,in questa occasione non ci fu nessuna possibilità di dialogo per l’atteggiamento altezzoso e spocchioso di Leopold su GoldWing!!!

Caro Leopold,ci hai fatto fare una brutta figura,però ti sono grato perché questo episodio che ti vede antipatico protagonista mi ha dato lo spunto per riparlare dopo tanti anni dello spirito originario del nostro GoldWing Club Italia.

Ernesto Trazzi - Socio fondatore GWCI