NON C’E’ DUE….SENZA TRE ?

 “Il mondo ormai sta cambiando”: è una frase un po’ retorica, ma è anche il ritornello di una famosa canzone degli anni sessanta. Purtroppo, continuava dicendo: “e cambierà ancor di più”. Per i curiosi la canzone in oggetto è: La pioggia che và. A questo punto, parafrasando la locuzione di un “simpatico” attuale ministro (Di Pietro) viene da chiedersi: “che ci azzecca tutto ciò?”; per di più, sulle pagine del nostro periodico? Ci azzecca, ci azzecca eccome! Provate a mettervi in viaggio per un “giretto” che ha per destinazione CAPO NORD, attrezzatevi di tutto punto per affrontare un clima che non è proprio quello che state lasciando (la posizione geografica del luogo la dice lunga!) e trovare, a circa 4000 Km a nord (Circolo Polare Artico – Finlandia) una temperatura di più 26°!! Ebbene, la retorica diventa una deludente realtà. Una realtà ancor più cruda se il viaggio in oggetto non fosse già stato fatto 5 (cinque) anni or sono con uno scenario del tutto differente dove, arrivati ad una certa latitudine ci si sentiva immersi in quella natura così particolare e le proprie attese si avveravano. Perché, diciamolo pure, quando si intraprende un viaggio, questo è già stato vissuto nel proprio immaginario e, se quello che ci attendiamo viene deluso ci si sente, quanto meno, traditi. Comunque, contesto climatico a parte, quello che sto per descrivere rimane sempre un viaggio che ha come meta o tappa uno dei traguardi europei più desiderati da raggiungere a cavallo di una due ruote. Come dicevo, questa per me è stata la seconda volta ma effettuata  diversamente per l’80%. Nel 2001 partii in compagnia di un collega (BMW RT 850) con l’obiettivo di raggiungere Capo Nord tracciando un itinerario nudo, crudo e diretto. Nella fattispecie arrivati a Copenaghen: Svezia – Finlandia – Capo Nord e ritorno.

Su questo itinerario non mi soffermo perché se ne sono dette tante e di più. Degno di nota il fatto che l’avventura, per quanto mi riguarda, è avvenuta a bordo non di una comodosa Goldlwing, ma con una vetusta Honda CB 650 del 1981. Una bella coppia: io anni 54 “lei” anni 21! Comunque, per la cronaca siamo stati entrambi all’altezza della situazione. Mai avrei immaginato, però che quell’ avventura fortemente voluta da me e un po’ subita dal mio compagno di viaggio si fosse ripetuta; questa volta a parti invertite. Si! Questa volta era lui che mi chiedeva di accompagnarlo, cercando di convincermi facendomi rivivere, ancor più fortemente, i momenti più intensi di quell’ indimenticabile viaggio.

All’inizio ero piuttosto riluttante a ripeterlo ma, alla fine, raggiungemmo un compromesso: Capo Nord doveva essere una tappa, non una meta! Attraversare la Norvegia – Capo Nord – Finlandia – Estonia – Lettonia – Lituania – Polonia – Cecoslovacchia – Austria. Con uscita dall’Italia attraverso la Svizzera e rientro dall’Austria passando per Tarvisio escludendo il Brennero. Era ed è stata tutta un’altra cosa!!  La compagnia era aumentata: si era aggiunto un altro ex (ora sono in pensione) collega. Le nostre moto erano cambiate: finalmente avevo la tanta desiderata Goldwing e l’altro, sempre BMW, ma l’ammiraglia LT1200. Ancora un’altra Honda 650: quella del terzo uomo. Una nota: la cilindrata non è essenziale per questa impresa. Esclusa la Germania, dove praticamente i limiti di velocità sono inesistenti o quanto meno elevati; in tutti gli altri paesi questi sono molto restrittivi. Uno su tutti: la Norvegia! Ragazzi, tolto il tratto autostradale da Malmö (Svezia) a Oslo (110 km/h), il resto è tutto un limite di 80 km/h che vediamo scendere a 50 e a 30 in alcuni centri più o meno “abitati” (tra virgolette perché in quei vasti spazi 5 – cinque – case fanno, appunto, un centro abitato!). Dicevo: la cilindrata, se non per un discorso di comfort, è ininfluente prova ne è che, in virtù di quanto sopra (limiti), proprio con la minore ci si è beccati €280  di contravvenzione per un’eccedenza di 13 km/h. E ci è andata anche di lusso in quanto per gli stranieri esistono tariffe fisse, in funzione di tabelle, mentre per i propri sudditi (la Norvegia è una monarchia) le sanzioni sono somministrate in funzione del reddito annuo dichiarato! Niente pagamento contestuale: generalità, controllo e…suonata  finale! A parte questo il paesaggio norvegese è qualcosa di unico e averlo potuto godere con un tempo, a dir poco splendido e a così bassa velocità, è stato il massimo! E’ stata la  bella contropartita di quelle dolenti “note” scritte all’inizio di questo mio racconto. Dicevo: paesaggi e natura meravigliosi dove quest’ultima,  prevale su tutto. Paesaggi di una tranquilla monotonia si tramutano di colpo in montagne rocciose: per chi ama i grandi spazi qui può trovare il paradiso. Dici Norvegia dici fiordi. La più alta concentrazione si colloca tra Bergen e Trondheim. Pensate è lunga 1750 km ed è larga solo 6 (sei) km all’altezza di Narvik. Mentre , lo sviluppo totale delle coste è di 21000 km. Sono insenature che si insinuano all’interno fino a 200 km. Non esiste al mondo un litorale più frastagliato: ed è proprio questo il suo fascino.

Dal mio itinerario l’ho potuto verificare da Trondheim sino a North Cape (1626 km).  L’ultimo tratto della E69, che abbiamo sempre percorso, attraversa strani luoghi: la foresta sparisce, la roccia domina e i movimenti franosi si notano ai piedi dei monti e le grandi pianure, spazzate dal vento, sono abbandonate alle renne e a qualche piccolo accampamento di Sami (Lapponi). Da Käfiord un tunnel sottomarino di 7 km collega Honningsvag (ultimo centro abitato) al continente. Qui l’umidità si respira, la si vede scivolare dalle pareti e la si sente sotto le ruote. L’escursione termica della galleria con l’esterno è esagerata, di colpo all’uscita, parabrezza, specchietti, visiera e (haimè) occhiali  si appannano. Ciliegina finale: l’uscita è in curva!! Honningsvag – Capo Nord (km 30) dove da metà maggio a fine luglio il sole brilla a mezzanotte! (condizioni meteo permettendo) a me è stato possibile ammirarlo solo nel primo viaggio: al secondo è andata male! (pioggia per le due serate dedicate!). 

Capo Nord – Rovaniemi (km 700) divenuti, 820 per una deviazione causa lavori e “sbaglio” di direzione (errare humanum est!) abbiamo, così, dopo aver spostato le lancette dell’orologio di un’ora (cambio fuso), attraversato la Lapponia terra dei Sami. Il termine lappone è da loro, giudicato dispregiativo. Si identificano come popolo Sami e non come abitanti di una terra (Lapponia).

Sono nomadi per vocazione. Si dedicano all’allevamento della renna che viene utilizzata per traino slitte d’inverno e fonte principale del loro sostentamento: latte, carne, vestiti, ecc. Molto caratteristiche le loro tende, simili a quelle degli indiani d’america, e le loro capanne coniche. IVALO e INARI, distanti tra loro una quarantina di chilometri, sono i due centri più importanti. Sulla strada, più a sud, una meritata sosta al villaggio dell’oro di TANKAVAARA dove abbiamo assaggiato dell’ottima renna! Arriviamo così, a Rovaniemi capoluogo della Lapponia finlandese. Ad una decina di chilometri troviamo Naapapiri (Santa Claus – Circolo Polare Artico Finlandese). Qui, i famosi +26°C dell’inizio storia! Da qui, ci siamo spediti le cartoline di Buon Natale che, ci hanno assicurato, arriveranno a destinazione proprio per le festività! C’è una impostazione apposita che le raccoglie e che, per tempo le farà giungere a destinazione. Viva le poste Finlandesi! Il villaggio di Babbo Natale (Santa Claus) merita una visita: qui è Natale tutto l’anno: musiche, addobbi e souvenirs si “sprecano”. Rovaniemi – Helsinki, un’altra tiratina di 840 km attraversando fiumi, laghi e isolotti.


 

Europa, per lasciare i paesi scandinavi. Dopo due settimane si cominciava a sentire un po’ di nostalgia. Se una mezza giornata è bastata per farsi un’idea di Helsinki, una capitale moderna e un po’ monotona con quei grandi viali alberati così squadrati e perfetti, per apprezzare Tallinn (la minuscola capitale dell’Estonia, raggiunta dopo tre ore e venti di traghetto) abbiamo dedicato un giorno e mezzo. E’ troppo bella! Forse mi lascio trasportare un po’ troppo dall’entusiasmo, ma è una cittadina (la parte vecchia!) semplice, tranquilla e molto caratteristica. Il valore del centro storico è tale da essere stato iscritto nella lista del Patrimonio Mondiale dell’UNESCO. Detto questo…detto tutto! Merita veramente: mettetela come meta in uno dei vostri viaggi! Per non parlare delle bellezze locali. Sino a quel momento la palma per le più belle andava alla Danimarca ma, dopo aver visto le Estoni…bha! Non divaghiamo! Torniamo ad hoc! Lasciamo Tallinn, verso sud, direzione Riga (Lettonia). Qui l’influenza russa è palpabile: le scritte (cirillico) e l’idioma. Dal punto di vista architettonico è un insieme di diversi stili: dal romano e gotico si passa al rinascimentale barocco. Visitandola si può rivivere la storia di otto secoli. Meritava, bene, una bella visita! Dopo Riga ruote puntate su  Vilnius (Lituania).

  

Una serie continua di lavori stradali ha rallentato di molto il nostro trasferimento: 300 km in sette ore! Ciò ci ha dato, però, modo di apprezzare meglio il paesaggio: innumerevoli boschi e laghi. Anche qui abbiamo ritenuto di fare una ragionevole sosta per visitare la terza capitale baltica. Sono tutte meritevoli di nota anche perchè fuori dal circuito turistico tradizionale. Una menzione personale particolare va, comunque, a Tallinn. Come avrete notato non mi sono soffermato molto sulle descrizioni e note delle varie capitali incontrate e visitate. Le documentazioni si possono avere attraverso altri canali. Proseguo, quindi, dicendo solo che il rientro è avvenuto passando per Varsavia (Polonia), Praga (Cecoslovacchia) e Vienna (Austria) anche queste con relative soste turistiche. Una curiosità: in Cecoslovacchia attenzione alle pattuglie di…legno compensato che potrete trovare sulla strada, come incentivo alla prudenza. Sono molto realistiche: vettura e agente sono in grandezza naturale!

La durata di questa impresa: 25 giorni e 9800 km percorsi. Un bel giretto per “giustificare” la mia seconda volta a Capo Nord ed è qui che diventa emblematico il titolo di questo mio racconto:

                                                       NON C’E’ DUE….SENZA TRE ?

Auguri di buoni viaggi a Voi tutti dal vostro amico  Walter socio 1461